Bellori, un piccolo paese situato nella provincia di Verona, vanta una storia millenaria che ha lasciato tracce importanti nella sua comunità. Tra le preziose testimonianze del passato, spiccano un vecchio mulino e il Baito della Contrada, luoghi che raccontano di antiche tradizioni e della vita quotidiana di un tempo.

La collina sopra Bellori, chiamata Castel, ha origini risalenti all’epoca eneolitica, quando fungeva da castelliere. Questo sito archeologico offre un prezioso scorcio sulla vita delle antiche popolazioni che abitarono la zona, testimonianza di un passato lontano ma ancora vivo nella memoria del paese.

Già in epoca romana, Bellori era una stazione di transito lungo le vie che collegavano l’Alta Valpantena alla montagna. I percorsi che attraversavano il Vajo della Marciora e quello dell’Anguilla passavano per questa frazione, rendendola un punto di riferimento per i viaggiatori e i commercianti dell’epoca.

Ma è nel XV secolo che Bellori diventa un importante centro molitorio. Qui sorge un antico mulino, recentemente restaurato, che rappresenta un’autentica fonte di orgoglio per l’intera comunità. Dotato di due coppie di macine, una per il frumento e l’altra per il mais, il mulino è azionato dall’acqua che fa muovere una grande ruota esterna. Ma il mugnaio, figura fondamentale per il suo funzionamento, doveva vigilare attentamente affinché l’acqua arrivasse regolarmente alla ruota, garantendo un flusso costante. Inoltre, doveva assicurarsi che la tramoggia fosse sempre rifornita di cereali e che tutto funzionasse in modo efficiente, senza ostacoli. Una visita al mulino permette oggi di osservare immagini e disegni tecnici, che illustrano in maniera chiara e incisiva il complicato funzionamento di questa antica macchina.

A poca distanza dal mulino, troviamo il Baito della Contrada, un luogo che rappresenta una tappa importante nella storia casearia del paese. Questo baito, precursore dei moderni caseifici sociali, era il punto di ritrovo degli abitanti del luogo che conferivano il latte per la sua trasformazione in burro e formaggio. Il funzionamento del Baito era semplice ma geniale: ogni socio consegnava giornalmente una quantità di latte, che veniva pesata e registrata a credito da un responsabile. A turno, il socio con il credito maggiore si occupava della lavorazione del latte, ottenendo in cambio i prodotti della medesima giornata. Questo sistema permetteva ai vari soci di pareggiare i debiti e i crediti nel corso di un determinato periodo. Chi conferiva più latte aveva maggiori responsabilità nel lavoro ma otteneva anche un maggior quantitativo di formaggio e burro. Al contrario, chi faceva meno latte aveva meno impegni, ma riceveva anche una quantità minore di prodotti caseari. Oggi, il Baito conserva tutti gli arnesi originali utilizzati per la conservazione del latte e per la sua trasformazione in derivati caseari, rappresentando un’autentica testimonianza delle antiche tradizioni casearie e del lavoro degli agricoltori di un tempo.

Bellori si conferma dunque un vero e proprio scrigno di tesori storici, un luogo dove le antiche tradizioni e le abitudini della comunità sono conservate e tramandate con orgoglio. Visitando il mulino e il Baito della Contrada, si può fare un tuffo nel passato, scoprendo le radici profonde di questo affascinante villaggio. Una testimonianza di come la storia possa vivere ancora oggi attraverso l’orgoglio e la dedizione di una comunità che custodisce gelosamente i suoi tesori.

E’ possibile visitare il mulino e il baito ogni ultima domenica del mese.